RICONOSCERE L’INSUFFICIENZA VENOSA è importante per rallentarne la progressione, intervenendo precocemente non solo con la terapia farmacologica, ma soprattutto con adeguate norme di comportamento.

LE PRIME MANIFESTAZIONI sono gli edemi che si formano alle caviglie, il prurito a livello articolare, il formicolio alle gambe ed i crampi notturni ai polpacci. I SINTOMI SONO COMUNQUE VARIABILI, ed alcuni sintomi quali PESANTEZZA,GONFIORE o TENSIONE ALLE GAMBE possono essere accentuati in alcune condizioni come la GRAVIDANZA, il CICLO MESTRUALE o per una PROLUNGATA POSIZIONE IN PIEDI.

COSA PROVOCA L’INSUFFICIENZA VENOSA?  Le vene superficiali entrano in sofferenza e diventano visibili: sono definite teleangectasie, o più comunemente “capillari”. Si attua un passaggio di liquidi dall’esterno del vaso, con conseguente edema localizzato e rigonfiamento della zona interessata .
L’infiammazione porta alla formazione di radicali liberi che danneggiano ulteriormente le diverse componenti cellulari della parete vasale. Con il progredire della malattia, vengono coinvolte anche le grosse vene ,che si possono evidenziare superficialmente come cordoni serpentiformi(varici).
Nella classificazione clinica dell’insufficienza venosa sono riportati vari gradi ,secondo la presenza e gravità dei sintomi presenti. La classe zero è l’assenza di segni clinici visibili o palpabili di malattia venosa, nella classe uno vi è presenza di teleangectasie o vene reticolari, nella classe due vene varicose. La classe tre si caratterizza per la presenza di edema, mentre in classe quattro si presentano turbe trofiche di origine venosa come pigmentazione, eczema,piodermite. La classe cinque è come la quattro ma con ulcere cicatrizzate, la classe sei con ulcere in fase attiva.

7 ottobre come stanno le tue gambe oriz.cdr

QUALI SONO GLI INTERVENTI TERAPEUTICI CONSIGLIATI?
Nel caso in cui lo scopo della terapia sia quello di alleviare il dolore ed il disagio,è consigliabile  utilizzare   farmaci flebotropi che agiscono direttamente sui vasi migliorando e ripristinandone la funzione. Possono essere somministrati per via orale o direttamente sulla parte interessata. Tra  le sostanze maggiormente utilizzate vi sono la Centella asiatica(stimolante del microcircolo),l’Ippocastano(aumenta la resistenza capillare, riduce la permeabilità e favorisce il drenaggio linfatico)il Rusco (antinfiammatorio) e, il Mirtillo nero (antiossidante  e protettivo dell’endotelio) e la Vite Rossa (capillaroprotettore ed antiflogistico). La terapia con i flebotonici deve essere eseguita per 6-8 settimane ed è più efficace se accompagnata da idonea TERAPIA ELASTOCOMPRESSIVA.

Nelle forme più gravi della malattia vengono utilizzati farmaci anticoagulanti, esclusivamente su prescrizione medica.